venerdì 26 agosto 2011

Capitolo 2: Ritorno a casa.

Allora, questo capitolo è un pochino insignificante, il bello, naturalmente deve ancora arrivare, la vera avventura inizia dopo il capitolo 6...quindi...bèh, per ora un po di cose noisette.
Questo capitolo è l'anteprima del disastro che sucederà nel prossimo.
Spero vi piaccia.

-Come fai a sapere il mio nome?- Sedevo su una sedia, in una cucina abbastanza lurida, ma dovevo accontentarmi. Dopo la scenata nella camera ero andata a sedermi su una sedia, e pian piano mi ero calmata. Il ragazzo è venuto poco dopo con il coltello fra le mani, lo ha poggiato sul tavolo, e si è seduto davanti a me. Dicendomi che si chiamava Alec. Poi, con u mezzo sorriso mi rispose.
-I tuoi documenti. Erano nella tasca della gonna.-
-Lo sapevi anche quando mi hai presa in braccio.-Rimasi un po’ zitta.-Quella notte.-
-Ti era caduto in terra, io ho raccolto tutto e ti ho portato via.- La sua voce era diventata talmente bassa da dover aguzzare l’udito. Mi ritrovai anche io a bisbigliare.
-Perché l’hai fatto?-
-Non lo so, è stata una cosa istintiva. Fin da quando ti ho vista alla festa ho capito che stava per succedere qualcosa.- Si alzò, e si mise a fare il caffè.
-Che cosa erano quelli?-
-Te l’ho già detto.-
-Voglio sentirmelo dire adesso, che sono cosciente di quello che è successo.-
-Vampiri.- Mi guardò per qualche secondo, ricambiai l’occhiata, poi si voltò, mise la caffettiera sul bollitore e venne a sedersi di nuovo davanti a me.
-Parlami di loro.- Volevo capire. Capire chi, che cosa, mi aveva fatto del male. E chi, aveva succhiato via il sangue alla mia amica. Fece un bel respiro.
-I vampiri sono unici. Non hanno simili. Sono solo vampiri. E ogni notte, puntano solo ad una cosa. Il sangue. Questa volta si sono spinti più in la. Di solito non lo fanno, ma a quanto pare tu sei… -lasciò la frase in sospeso, e fece bene, perché se solo si sarebbe azzardato, lo avrei preso a schiaffi seduta stante. Riprese subito dopo.-E di solito non lasciano testimoni. I Vampiri odiano essere visti.-Lo interruppi. Ora toccava a me fare le domande.
-Quanti sono?- fece uno strano suono con la bocca. Un misto tra una risata soffocata e un singulto.
-I vampiri? Moltissimi. Troppi, e riescono a confondersi con la gente normale tranquillamente.-
-Escono solo di notte, o anche di giorno?-
-Qui non si parla di leggende come Dracula. Qui si parla di realtà. Il sole non li fa assolutamente nulla. Solo che non possono bere di giorno. Gli è concesso solo di notte.-
-Chi glielo impedisce?-
-Loro stessi. Sin dall’inizio della loro esistenza, hanno fatto una specie di patto con un capo clan, e si parla di millenni, e il patto consiste nel non mangiare di giorno. Inizialmente furono un po’ contrari, ma poi si abituarono all’idea. Cacciare di notte è più…-ci pensò su, poi disse con tono monotono- da mostro.-
-Hanno un capo?-
-Non tutti, alcuni entrano a far parte di alcuni Clan, e altri viaggiano in coppie, molti invece vagano da soli per il mondo.- La mia idea andò in fumo, però sorrisi lo stesso. Un sorriso gelido, da assassino.
-Hanno dei poteri?-
-Poteri?- Mi guardò sbalordito, le sopracciglia inarcate.
-Si poteri, vanno super veloci, forza…qualcosa da super mostro.-Quasi scoppiai a ridere per la mia stessa battuta, ma mi trattenni. Lo fissai ansiosa.
-Bèh, sono molto forti, sono più rapidi degli umani. Non molto, ma se dovessero fare una gara di velocità contro il campione assoluto del mondo vincerebbero loro.-
-Per quanto tempo possono vivere?-
-Bèh, dipende… se non gli uccidi prima possono vivere sino a compiere anche mille anni. Ma di solito, o almeno i più stupidi, si uccidono perché sono stanchi. Il loro invecchiamento è simile a quello umano. Solo molto, molto più rallentato.-
-Hanno paura di qualcosa?-
-Si, di molte cose, una di queste è l’argento. Infatti è quello che ho usato io per mandarli via.-
-Quanto argento hai?-
-Parecchio.- Sorrise sadico, la cicatrice sulla guancia fu ancora più visibile.
-Come te la sei fatta?- Dissi indicando con l’indice la cicatrice. Sobbalzò, voltò lo sguardo e non rispose. Attesi. Lo vidi alzarsi e prendere la caffettiera, versare quanto più caffè nella tazzina e porgermela. La presi noncurante del fatto che fosse bollente e lo sorseggiai. Poi una lampadina mi si accese nella mente, il caffè mi andò di traverso. Tossi forte. E quando ebbi abbastanza fiato, lanciai uno sguardo ad Alec, che mi fissava un po’ sbalordito e un po’ divertito.
-Che giorno è oggi?-
-L’8 agosto 2011. Perché?-
-E’ il mio compleanno.- Lo sussurrai, non mi resi neanche conto che, se quel giorno era il mio compleanno, ero rimasta incosciente per tre giorni. Guardai l’orologio e mi alzai di scatto.-Sono  le tre e mezza del pomeriggio!-
Si riscosse, e mi fissò ancora più sbalordito.
-E quindi?-
-Devo tornare a casa! I miei saranno preoccupati!- Non ci credevo nemmeno io, ma comunque corsi verso la porta, poi mi fermai.
 Mi voltai verso Alec e lo fissai sbalordita di me stessa.
-Ho bisogno di vestiti.- Annui, poi si diresse verso una stanza. Poco dopo ne usci con dei vestiti. Erano solo un paio di jeans neri attillati, un paio di scarpe, e una giacca di pelle nera.
-Non ho biancheria da donna in casa.- Per un secondo parve di vedere un leggero rossore sulle sue guance, ma dietro il suo pallore non si sarebbe comunque notato.
-Fa nulla.- Presi di corsa i vestiti, e me li misi. Andai verso la porta, e di nuovo mi fermai. Presi a brontolare.
-Merda. Ma guarda tu che mi tocca fare per quei due babbuini.- Mi girai per l’ennesima volta verso Alec.
-Ho bisogno di un passaggio. Hai la macchina?- annui, poi prese la tazzina, bevve tutto d’un sorso il caffè e si diresse verso la porta. Mi condusse verso un garage. Apri la serranda e scoprii che aveva un bolide al posto della macchina. Una Porche Carrera, nera metallica si estendeva in tutta la sua bellezza. Rimasi a bocca aperta. Fece il gesto di prendermi per mano, ma si fermò e mi apri solo lo sportello. Quel ragazzo riusciva a capirmi al volo. Parti in quarta e subito ci trovammo fra le strade del paese. Per tutto il tragitto stemmo in silenzio. Parcheggiò poco lontano da casa, feci per uscire, ma mi rivoltai verso di lui.
-Come muoiono?- Alla mia domanda sorrise sadico. Poi rispose:
-Le teste mozzate vanno più che bene. Di solito le spade in argento sono un ottima arma contro di loro.-
Accennai un sorriso, di nuovo assassino.
-Procurati due spade di argento. Tra un oretta fatti trovare di nuovo in questo punto. Salvo imprevisti dovrei riuscire a venire. Se non ti dispiace.-
-Non è un problema, mi sento così solo in quella casa. - Per un momento un briciolo di ironia mi pervase.
-E come può essere, con una bellezza simile nel garage?- per la prima volta  lo sentii ridere.  Gli concedetti un sorriso strappato, poi sbattei la portiera e mi diressi verso casa.

5 commenti:

Elan ha detto...

Provo a lasciare qualche commento sensato anche se sono abbrustolita come un'aragosta XD

Intanto, continuo a ripetere la regola d'oro: rileggi rileggi e ancora rileggi!
In questo capitolo più che negli altri i tempi saltano veramente da uno all'altro come pazzi XD

Poi.
La pesantezza psicologica dello stupro sta venendo affrontata troppo poco secondo me ^^
Buono il fatto che lui non l'abbia toccata per farla salire in macchina (poverino, non avrei voluto essere al suo posto se l'avesse fatto :P) ma c'è troppa frivolezza che non dovrebbe esserci ^^
Il notare la porche, il ricordarsi del proprio compleanno: una ragazza che ha appena subito uno stupro dovrebbe essere talmente sconvolta da ricordarsi a stento come si chiama ^^ Sicuramente una macchina sarebbe l'ultimo dei suoi problemi ^^

Infine, il fatto che esistano veramente i vampiri, nel mondo che stai narrando, non vuol dire che siano una cosa comunemente e semplicemente accettata :)
Prendo me per prima: se, per sbaglio, mi dicessero che un esercito di zombie sta lentamente marciando su Padova, minimo urlerei come una pazza scatenata per ore, prima di realizzare che è meglio imbracciare un fucile e andare a fare strage XD

Al solito, aspetto il seguito :D Sono curiosa di vedere come si evolverà il tutto dal sesto capitolo!! ^_^

Elva Young ha detto...

XD Questo commento mi ha strappato una risata stralunga! xD
Mi scuso per gli errori, strano, ho riletto... o.o allora sono io la demente che non trova gli errori.
Come ho già detto prima, il fatto dello stupro, è lo avete detto anche voi, :) E' una cosa complicata, sto cercando di gestirlo al meglio. Ma come ho detto, alcune cose verranno chiarite in un capitolo, e poi, la protagonista è un po strana, è opprime quel senso di scoraggiamento, o come lo vogliamo chiamre, e lo sopprime con altrettante emozioni.
La macchina? Colpa mia, (come tutto dal resto ma.. xD) Ho una passione sfrenata per la porche Carrera, e...non potevo non metterla :O Scuuusatee xD
Posso giustificare il fatto dell'assenza di sconforto, sto cercando di sostituirlo con il senso di vivere. E' per imprimere il messaggio un po a tutte le persone che ricevono abusi, di non arrendersi ,e di non calare nella disperazione. Di combattere e di non abbandonarsi alle emozioni che gli abbondano nel cuore, ma alzarsi e combatterle :)
In realtà, è nato tutto da quel soggetto. :)
Bèh, in effetti anche io urlerei un bel po, ma...non so, Alex non mi sembrava il tipo da urlare come une demente per le strade, dicendo che ci sono dei vampiri in giro per la città xD

Ancora grazie per il lungo commento :) Sono davvero contenta! :D Grazie.

Elan ha detto...

XD mi fa piacere riuscire a strappare una risata, fa sempre bene :D

Purtroppo accorgersi degli errori è più difficile di quanto non si possa credere ^_^ Io a distanza di anni trovo ancora erroracci su racconti che avrò riletto almeno una quarantina di volte, quindi immaginati XD

Il fatto che ci sia una porche comunque ci sta, non ho detto quello, è che forse la descrizione andava gestita in maniera un po' diversa :)
Chessò, un "nel garage aveva una macchina... un bolide, in realtà... e in un altro momento sarei rimasta senza parole di fronte allo splendore della vernice (ecceccecc). Ma in quel momento, solo un'immagine riempiva la mia mente con prepotenza: il volto dei miei aguzzini, e il desiderio di vendetta verso di loro." avrebbe reso comunque lo splendore della macchina, ma avrebbe comunque messo più in risalto i sentimenti di Alex :)

Quello degli zombie era un esempio estremizzato ovviamente XD (anche se, non credere, IO urlerei veramente come una pazza invasata XD) però comunque credo che un po' di riluttanza, titubanza, incredulità ci sarebbe stata bene :)

Attendo comunque i risvolti, sono curiosa di vedere come andrà avanti :)
Un bacio
Elan

Elva Young ha detto...

In effeti hai ragione. :) E che è stato più forte di me xD E' come quando vedo una maglietta musicale che mi piace un casino, rimango a bocca aperta per circa 10 secondi poi mi metto a saltellare da un piede all'altro e a battere le mani! xD Cosa sucessa l'altro ieri, quando ho preso la maglia dei Pink Floyd xD
Comunquee devo esercitarmi, molto anche, sto cercando di renderlo il più psicologico possibile, come fa Nicci Frenc(ma è pressocchè impossibile, lei è un genio in psicologia) Il mio probelma e che cerco di trasmettere qualcosa al lettore, a volte mi riesce, e a volte no. Il fatto che qua siete tutti adulti mi aiuta moltissimo :)
Grazie ancora! :D
Un saluto, a presto,
Elva :)

Anonimo ha detto...

Ciao! eccomi qui a leggere un altro capitolo.. scusa il ritardo.. in effetti la protagonista mi sembra un pò troppo tranquilla per aver subito uno stupro.. dovrebbe essere scossa, con lo sguardo vuoto, non dovrebbe parlare nemmeno a mio parere,dovrebbe sentire dolore.. invece m'immagino una ragazza tranquilla come se non fosse accaduto nulla o quasi.
Alla fine quando la ragazza sbatte la porta,sembra una ragazza arrabbiata con il suo ragazzo o qualcosa del genere.
Comunque mi sembra meglio rispetto l'altro capitolo!:)
A presto...Sibilla