mercoledì 17 agosto 2011

Prologo.

Ciao! Sono di nuovo io! u.u Allora, inizialmente, vi dico che sono eccitatissima all'idea di postare per la prima volta, su un blog tutto mio, una delle mie storie, i capitoli sono abbastanza lunghi, alcuni anche di quattro pagine. Quindi li dividerò, per non annoiarvi troppo :)
Avete letto la trama...e bèh...ora vi posto il prologo... :) Vi avviso da subito, che ci saranno caratteri violenti e un pò di Horror e torure in programma xD Ma non preoccupatevi, non sono il tipo da sterminii e cose varie...
Sinceramente non so se va bene la lunghezza, di solito scrivo di meno, ma questi capitoli sono lunghi, molto lunghi...Quindi, ditemi se vanno bene o sono lunghi, perchè posso tranquillamente dividerli in varie parti...
Ok, bene, allora vi lascio. Spero che vi piaccia.
Un bacione, vostra Elva. ^-^



Prologo.

Ma quando figlia di luce brillò l’Aurora dita rosate,
il popolo si raccolse intorno al rogo d’Ettore luminoso;
e come convennero furono riuniti,
prima spensero il rogo con vino scintillante,
tutto, là dove aveva regnato la furia del fuoco: poi
raccolsero l’ossa bianche i fratelli e i compagni,
piangendo:  Grosse lacrime per le guance cadevano.
Raccolte, le misero dentro un urna d’oro,
avvolgendole in morbidi peli purpurei:
subito le deposero in una buca profonda,
molte e grandi pietre vi misero sopra,
e in fretta versarono il tumulo; v’erano guardie per tutto,
ché non li assalissero prima gli achei Buoni schinieri.
Versato il tumulo, tornarono indietro: essi, poi,
raccolti come conviene, banchettarono glorioso banchetto
in casa di Priamo, il re stirpe di Zeus.
Cosi onorarono la sepoltura d’Ettore domatore di cavalli.

Sospirai. Finalmente ci ero riuscita. Avevo finito il libro, anzi no, il mattone che da tanto temevo agonizzante. Lo chiusi di botto. E guardai per qualche secondo la copertina. L’Iliade di Omero mi sorrideva allampanata, come per dirmi: -Aò! Finalmente ci sei riuscita!- Sospirai di novo. Guardai l’orologio. Le 12.30 di notte. Era tardi. Sbuffai, la stanchezza si impossessò di me per qualche secondo. Poi mi misi a letto. Ripensando a cosa avrei fatto  svegliata.
Misi il cellulare a caricare e mi misi sotto le coperte. Presi sonno. Stavo per addormentarmi quando il cellulare prese a vibrare. Imprecai, mi alzai e andai a prenderlo. Guardai un attimo lo schermo.
-Elisa. Che vuole adesso?- In realtà sapevo che cosa mi voleva chiedere, ma non volevo nemmeno pensarci così lasciai squillare. Poco dopo smise. Tornai fra le coperte. Poi il campanello squillò, ma non una volta. Ne contai cinque.
-Ma chi cazzo è a quest’ora!?- Mi diressi verso la porta. Fortunatamente entrambi i miei genitori erano fuori casa per lavoro. E non sarebbero rientrati molto presto. Ma comunque scesi le scale lentamente e cercando di non fare rumore. Guardai fuori dalla finestra, ma non vedevo il volto dell’ospite sgradito. Così sbuffando andai ad aprire. Ero pronta a fare una scenata, ma mi sciolsi subito. Elisa, la mia migliore amica, era davanti a me, il viso pieno di indignazione che mi guardava dall’alto verso il basso. I capelli erano raccolti in una strutturata pettinatura abbastanza complessa, sicuramente fatta da sua madre che era parrucchiera. Una maglietta rossa scollatissima che metteva in mostra tutto. E un paio di jeans neri aderenti che facevano vedere bene le gambe magre e ben formate. Alzai un sopraciglio infuriata.
-Ma che cavolo vuoi a quest’ora? Ti rendi conto di che ora è?- Rise di gusto, mi diede una pacca giocosa sulla spalla. Un pacca molto giocosa, perché mi fece indietreggiare. Passò disinvolta ed entrò. Si diresse in cucina. La seguii a ruota. Continuavo a chiedermi perché cavolo fosse venuta a mezzanotte a suonare a casa.
Prese una birra, poi una forchetta, e come solo lei sapeva fare la stappò Un sonoro PLOP invase per un attimo la stanza. Beve un sorso, guardandomi dall’alto in basso. Avrei dovuta fermarla, non era una buona cosa che bevesse, poi una birra! Che aveva un minimo di tasso alcolico di 5 gradi.  Sapevo che mi stava squadrando. Rimanemmo in silenzio. Io guardavo il parquet in legno sotto le mie ciabattine.
Poi dopo un attesa infinita, dove avevo finito di sperare anche in un sussurro si mise a parlottare di qua e di là.
-Alex, ma tu lo sai che non si chiude mai il telefono in faccia alla tua migliore amica?-Rimase un attimo in silenzio. Arrossi e cercai di rispondere.
-Non te l’ho chiuso. Non ho risposto, è…-  Mi interruppe con un gesto della mano.
-Questa non te la perdonerò. Almeno che…- Si fermò lasciandomi immaginare che cosa volesse farmi fare.
Una partita a Poker, dove sicuramente avrei perso tutti i miei risparmi. Lei era un asso in queste cose. Oppure mi avrebbe fatto una foto tutta nuda con un orsacchiotto in braccio e poi l’avrebbe pubblicata su facebook.  Immaginai di tutto, le torture più agonizzanti. Ma poi mi fece smettere di riflettere con una risata. Mi prese la mano, poso la bottiglia di birra nel tavolo di marmo e mi condusse in camera da letto. Mi posizionò davanti all’armadio. Sapevo che conosceva a memoria il mio guardaroba. Infatti aprì lo sportello con lo specchio. Mi fece osservò. Inarcò le sopracciglia. Poi sempre in perfetto silenzio, prese degli abiti dal mio armadio.
La vidi tirare fuori una minigonna che mi aveva regalato lei stessa. Io la odiavo, era nera ed aderente, e metteva in mostra le mie cosce magre e spudorate. Poi prese una magliettina bianca, maniche inesistenti, aderente nel punto giusto. Mi resi conto, arrossendo, che entrambi quei capi me li aveva regalati e lei, e cera ancora l’etichetta attaccata.
-Ce ancora l’etichetta!- Mi guardò indignata. Poi sorrise radiosa. Il motivo per cui lei era la mia migliore amica era che, anche se mi costringeva a fare cose che non facevo mai nelle mie solite giornate noiose, era che riusciva sempre a tirarmi su il morale. Anche quando il mio primo ragazzo, dopo un anno di pomiciate e altre porcate mi aveva piantato in asso per una gnocca bionda, ero in preda alla disperazione e alla depressione, solo lei era riuscita a tirarmi su il morale. Era come una sorella per me. E le volevo bene.
-I-Io…- Mi interruppe un'altra volta.
-Fa nulla. Un altro motivo per venire con me.- Mi tirai indietro.
-Venire dove?-  Mi guardò per un secondo.  Poi alzò gli occhi al soffitto.
-Ad una festa tonta! Non l’avevi ancora capito? Mamma mia, tu sei la prima della classe, ma se si tratta di festini, sei proprio ritardata.- Rise della sua stessa battuta. Io indietreggiai, cercai di dirigermi verso la porta, fuggire e non andare da qualche parte con lei. Ma io, sono la persona più ritardata del mondo no?, e anche l più prevedibile a quanto pare. Prima che potessi anche pensarci, mi strinse il polso. Poi mi sbatte forte i vestiti nel petto facendomi male.
-Vestiti, e non voglio sentire storie. Me lo devi.- Sospirai, non avevo scampo. Mi misi quegli orribili vestiti in fretta e mi guardai allo specchio. I capelli corvini erano legati in una coda di cavallo, dandomi un aria da bambina.  Elisa prese fra le mani l’elastico, e inconsapevole del male che mi fece mi sciolse i capelli. Prese una spazzola dal comodino e  prese a pettinarmi con foga. Non si accontentò finché non furono almeno un pochino lisci. Mi guardò, poi sobbalzò guardandomi i piedi. Abbassai anche io lo sguardo, sarei scoppiata a ridere se solo non fosse quel momento. Brontolavo tra me mentre la mia ex migliore amica cercava un paio di scarpe.
-Di certo non potrai andare ad una festa con sto schifo di ciabattine.- mi fece vedere un paio di tacchi a spillo di mia madre.
-Ma scherzi? Saranno un trenta centimetri di tacco.- Inorridivo solo all’idea di andare ad una festa, figuriamoci mettere i tacchi a spillo. Mi diressi verso la scarpiera, Elisa mi prese per mano, ma mi liberai con una strattone.
-E che cavolo Lisa. Ok vengo, ma fammi mettere almeno un paio di scarpe decenti no?-
Lasciò la presa, e mi osservò attentamente come un poliziotto che guarda un detenuto mentre va a prendere posto nella sedia dell’interrogatorio, solo che io stavo andando a prendere un paio di scarpe da tennis.
Presi delle semplici Vans a scacchi bianchi e neri e le indossai. Tornai allo specchio, e per quanto potesse sembrare strano, ero abbastanza carina.
-Mmmh, molto sexy direi. Quella minigonna ti sta a meraviglia. E quella maglietta…Ragazza, tu oggi farai colpo.-
-Perché mi fai questo maledizione?-
-Alex, da quando quello stronzo ti ha lasciato, non fai che rintanarti nei libri e nello studio. I tuoi genitori non ci sono, sai anche tu che non torneranno presto. E’ la buona occasione per andare ad una festa.-
-Sono minorenne.-
-Ancora per poco. Tra un paio di giorni compirai diciotto anni. Quindi non rompere, e fila in macchina.-
Sbuffai stizzita, mi diressi a passo pesante verso l’uscita di casa. Entrai in macchina senza neanche chiudere la porta di casa. Tanto, se poi avessero rubato qualcosa, i miei con tutti i soldi che avevano, avrebbero potuto ricomprarla senza problemi. Salii in macchina, e trovai l’abitacolo abbastanza accogliente.
Per tutti i dieci minuti di viaggio stemmo entrambe in silenzio.
-Ora Alex, non voglio vederti dentro con il tuo solito muso da secchiona, quindi, ora sorridi tutta felice ed entra dentro a rimorchiare ok?
-Ok.-
-Di poche parole stasera?- La guardai storto. Mi fissò per qualche secondo poi rimise gli occhi nella strada.
-Secondo te?-
-Oh andiamo, io lo faccio solo per te. Perché ti voglio bene, anche per quanto io possa sembrare il contrario.- Sospirai. Come facevi a non scioglierti con una così?
-Va bene, rimorchierò ragazzi a raffica ok?- In tutta risposta mi sorrise euforica.
Poco dopo mi resi conto di trovarmi in una stradina desolata, che ci portava dritti ad una villetta con un sacco di luci e la musica ad alto volume.
-Ma almeno ti hanno invitato?- Mi preoccupai solo in quel momento degli inviti.
-No, ma ho rubato gli inviti a due tizi che ho incontrato.- Sorrise, poi spense la macchina e ci dirigemmo entrambe verso la casa.
Entrammo senza problemi, e subito la mia amica si diede da fare. Io invece, al posto di andare a ballare, andai al bancone, e ordinai un bicchiere di acqua naturale. Mi voltai, e mi misi a guardare gli altri che ballavano. Girai con lo sguardo per tutta la sala, poi incrociai lo sguardo di un ragazzo.
Lo trovai subito molto bello. I capelli neri e lunghi legati in un codino che gli davano un aria estremamente selvaggia, era vestito tutto di nero, tranne la camicia che era un sbottonata e metteva in mostra i muscoli delle braccia. La cosa che però mi fece cambiare idea  furono i suoi occhi. Appena i nostri sguardi si incrociarono un lampo mi colpi la mente e mi fece voltare. Per un attimo avevo avuto paura di quel ragazzo, come se il mio istinto mi dicesse di stargli lontano. Infatti non lo guardai più per tutta la serata. Mi annoiavo a mote, quando la mia migliore amica mi si avvicinò, aveva affianco due ragazzi più grandi di noi.
Uno moro che gli sussurrava all’orecchio qualcosa, mentre lei rideva. Era ubriaca, e invece l’altro biondo, che non mi toglieva lo sguardo di dosso. Mi accorsi subito che erano assurdamente pallidi.
-Alex, questi sono Auguste-Disse indicando con l’indice quello moro- e Andrè-indicando il biondo che mi sorrise timoroso. Ricambiai fiduciosa. Mi chiesi se finalmente avessi trovato quello giusto. Lisa continuò, con voce tremante e un po’ sballata:
-Questi bei fusti ci volevano invitare a fare un giro nella loro macchina.- Mi sorrise mezza ubriaca.
-Io…credo di no Lisa. Forse è ora di andare a casa. Guardai l’orologio da polso.-Sono le due del mattino.-
-Oh andiamo Alex non rompere. Forza andiamo.-Mi prese per il polso e mi fece andare a sbattere contro il ragazzo chiamato Andrè. Arrossi di botto. Poi, per la terza volta in tutta la serata, mi lasciai andare.
-Va bene andiamo. Ma poi dovrete riaccompagnarci alla macchina.- Il moro rise di gusto. Una risata lunga e profonda.
-Quello non sarà un problema bellezza.-
Ci dirigemmo verso l’uscita. E per puro caso, o forse per il destino, rividi il ragazzo misterioso.
Al posto dello sguardo furioso e malevolo di prima, aveva uno sguardo triste e preoccupato. Mi fissò finchè non uscimmo. E ci incamminammo verso la porta. Andrè mi mise una braccio sulla spalla, poi avvicinò il viso al mio orecchio e sussurrò.
-Sai Alex, non ho mai visto nessuna ragazza più bella di te. Credo che questa notte ci divertiremo.- Non risposi. In quel momento non sapevo che cosa sarebbe successo, non sapevo che il ragazzo di cui avevo avuto paura, sarebbe stata la mia salvezza. Non sapevo, in quell’assurdo momento della mia vita, a che cosa andavo incontro.


6 commenti:

Elan ha detto...

Ciao! :)
Ho appena finito di leggere questo prologo, e ho "votato" il poteva essere meglio ^^
Il racconto è gradevole, ma permettimi - da scrittrice a scrittrice - di darti alcuni consigli per migliorare :)

1. Stai molto attenta ai tempi verbali ^^ So che sono difficili da tenere controllati, specie in un racconto in prima persona, ma sono una delle principali cose da controllare per permettere una lettura piacevole :)
2. Occhio alla punteggiatura ^^ A parte le virgole (che quelle personalmente credo siano molto soggettive, a seconda del tono che si vuole dare alla frase ^^), cerca di evitare frasi troppo brevi, limitate ad una sola azione (Si alzo. Si guardò allo specchio. Mangiò. Ecc..), perché rischiano di dare troppo un senso di distacco che spesso fa male ai racconti ^^
3. Descrizioni. Cerca di non soffermarti in maniera maniacale sulla descrizione di capi d'abbigliamento o pettinature. Stai scrivendo un racconto, non una rivista di moda :D
4. C'è - C'era ^^ Ricordati che vanno sempre con l'apostrofo (a meno che tu non intenda la cera d'api ^^). Ho notato che qualche volta l'hai scritto senza, ma magari era solo un errore di battitura/distrazione :)
5. La più importante! Attenta agli stereotipi e alle banalità!! ^^ Anche il più bello dei racconti rischia di essere rovinato quando si stereotipizzano troppo i personaggi ^^ Una protagonista bella, perfetta, incorruttibile, un "antagonista" bello e dannato... ormai sono cose viste e riviste ;) L'originalità al primo posto :)

Ovviamente, spero di non averti offesa ^^ Sono soltanto consigli da profana :) Anche io ho tante di quelle cose da migliorare che metà basterebbero XD
Attendo il prossimo capitolo!! :)

Elva Young ha detto...

Heilà! Grande! Speravo di ricevere della critiche fondate anche qui! :D
No, non mi offendo per niente, anzi, queste cose sono i commenti che più preferisco. Perchè? Perchè ne ho veramente bisogno. Se cerco di pubblicare il mio libro, devo naturalmente ricevere dei consigli per migliorare. E per ora ne ho ricevuto solo da ragazzi della mia età xD Sinceramente, ti sono molta grata per i consigli...
Posso permettermi di rispondere? ^^
Allora, alla 1, ti spiego, sono abituata, (in realtà l'ho sempre fatto) a scrivere in terza persona, quindi spesso e volentieri mi confondo u.u Errore da principiante, ma capita.
2. Questa mi era nuova, di solito mi dicevano di fare non frasi troppo lunghe...allora cercherò di non farle ne troppo lunghe e ne troppo corte. :)
3. O.O Le descrizioni! XD Hai ragione, di solito descrivo in modo un po esagerato... u.u
Cercherò di controllarmi :)
4. Credo sia semplicemente errore di distrazione u.u In questi giorni poi! Ho la testa fra le nuvole in un modo impressionante u.u Grazie dell'avviso. :)
5. Bèh, sinceramente credo che l'inizio sia un po banale, ma per quello che in mente, credo che diventerà abbastanza diversa dalle altre. :) Poi, dell'originalità, mi importa poco, almeno in questo racconto. Non lo devo pubblicare, e non ci sto neanche seriamente a scriverlo. E' solo per...come dire...tenermi in forma XD
No seriamente dicendo, man mano che andrà avanti sarà più interessante u.u Anche se forse hai ragione, l'originalità non è il mio forte! xD

Come ho già detto prima, non mi offendo per niente, mi hai aiutato tantissimo, so e sapevo anche da prima, che avrei ricevuto qualche critica e qualche consiglio... E sinceramente non mi preoccupo, perchè ci sono abituata :)
Sono davvero felice che tu abbia letto :) Grazie ancora,
un abbracio.
Elva.

Elan ha detto...

In fondo si dice che sbagliando si impara :) Nessuno è nato "imparato", come si dice da noi XD
L'importante è non demoralizzarsi mai e andare sempre avanti, imparando dalle critiche e dai propri errori ;)

Ti rispondo alla risposta comunque :D

1. Ti capisco tantissimo!! ^^ Io ho sempre, e dico sempre! scritto in terza persona... poi ho vinto il mio primo concorso con un racconto scritto in prima, e da allora non mi sono più fermata XD Il modo migliore per evitare errori con i tempi è rileggere tante volte quello che si è scritto e... ascoltare il suono delle frasi ^^ So che sembra una cosa stupida, ma generalmente una frase scritta con un tempo sbagliato ha un suono molto più brutto all'orecchio :) Prova a rileggere anche ad alta voce magari, specie le prime volte aiuta molto :)
2. Sì non bisogna mai andare ai due estremi ^^ Periodi troppo lunghi risultano pesanti da seguire, ma troppo corti staccano troppo il filo del discorso :) prova ad aiutarti con le virgole o con i punti e virgola al più (ma non abusare troppo di questi ultimi... io personalmente non li uso mai... sono troppo né carne né pesce XD)
3. Le descrizioni abbontanti di per sé non vanno male ;) E' la cura maniacale per la marca dei vestiti, delle scarpe e cose simili ^^ Poi, in realtà è un parere personale, ma secondo me sono abbastanza inutili come dettagli ^_^ Quando dici "indossa una magliettina bianca leggermente stretta ai fianchi e con delle corte maniche con un simpatico sbuffo" fai già una descrizione abbondante e dettagliata, senza bisogno di specificare che la maglia in questione è di Prada, piuttosto che della LaCoste o chessò io XD
4. Le distrazioni capitano purtroppo XD Io a distanza di anni (e di diecimila riletture XD) trovo ancora errori in un sacco di miei racconti, quindi figurati! XD
5. Putroppo in realtà essere originali è più difficile di quanto sembra ^^ Viviamo in un mondo in cui già tutto è stato scritto, dipinto e composto, quindi in qualche modo si finisce sempre per "copiare" qualcosa, anche senza volerlo ^^

Comunque hai talento, davvero! :)
Continua sempre a scrivere e soprattutto non abbatterti mai, per qualunque critica tu possa ricevere :)
Un abbraccio!
Eleonora

lozirion ha detto...

Ciao! Ho appena letto e anche io sono per il "poteva essere meglio".

Ti parlo da divoratore di libri, quindi i miei consigli non sono tecnici ma riferiti al semplice piacere della lettura; confermo quello che diceva Elan sulle frasi brevi, se non c'è bisogno che una determinata frase abbia un'intonazione particolare è meglio che sia più discorsiva o comunque all'interno di un periodo più complesso, le frasi brevi riscuotono un'attenzione particolare, quindi meglio usarle se devi sottolineare qualcosa.

Lo stesso discorso vale per i discorsi diretti, occhio a non abusarne perchè l'effetto è lo stesso delle frasi brevi....

E.... La grammaticaaaaaa!!!!! ^_^

Spero che tu non ti offenda, le mie sono critiche costruttive, secondo me forse hai bisogno di qualche rilettura in più, magari ponendo attenzione sull'intonazione che dai con la punteggiatura. Se non li hai letti ti consiglio di leggere qualche libro di Alessandro Baricco, lì ti accorgi subito di quanto cambia una frase con una certa punteggiatura o senza....

Per il resto ho letto davvero con piacere, complimenti! Aspetto il seguito! ^_^

Elva Young ha detto...

Heilà Lozi! :D
Grazie mille per i consigli. Sono davvero felice che mi aiutate :)
u.u Bene! Allora parliamo da divoratore a divoratore xD
Si, anche la grammatica è un mio punto debole, evito di rileggere, e se lo faccio, qualche errore mi scappa sempre xD Chiedo scusa.
E comunque, no, non mi offenderei mai. Come potrei? Voi leggete, criticate e io continuo a scrivere xD
Vi ringrazio moltissimo. Ah, Hem, per un po non potrò scrivere...mi è arrivata la congiuntivite .-. E dubito di riuscire a scrivere xD Ma prometto, che se è possibile, continuo a fdarlo! :)
A presto. Un abbracio, grazie ancora.
Vostra Elva. :D

Elva Young ha detto...

Ah un altra cosa Lozirion! Hai già programmato il concorso per gli anni 80? Mi sono già fatta la lista xD u.u Mi piace quel giochino, non ci posso fare nulla xDD