tag:blogger.com,1999:blog-38568118148258848742024-03-12T21:18:03.160-07:00I Sussurri del Destino.Benvenuti! Qui potrete trovare una delle mie tante storie. Sarò felice se vi sicriverete, ma lo sarò anche se lascerete un semplice commento :D
Divertitevi!
Elva. ;)Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-3856811814825884874.post-6409820866217938072011-09-06T01:16:00.000-07:002011-09-06T01:16:24.354-07:00Capitolo 3: Addii.Scusate, non posto più da un sacco di tempo! o.O
Vabbè, ecco il terzo capitolo! Scusate se fa schifo, e so che fa schifo, ma non voglio cambiarlo, perchè poi mi toccherebbe rittocare un saco di cose negli altri capitoli...<br />
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Entrai e subito i miei genitori mi vennero incontro. Mia madre mi si avvento contro al primo momento. Fece segno di abbracciarmi, ma si fermò. Non mi aveva mai abbracciata, figurarsi farlo adesso.
-Dove sei stata Alex. Eravamo così preoccupati. Non rispondevi al cellulare, noi…-rimase un attimo in silenzio.
-Eravamo preoccupai.- Concluse mio padre. “Si certo, come no”
-Beh, ora sono tornata a casa, ero a fare una passeggiata. Vorrei mangiare.- Risposi duramente.
-Va bene, non abbiamo mangiato neanche noi. In realtà ci farà bene un pranzetto insieme.-
-Bene.- Mi ersi in tutta la mia altezza e gli voltai le spalle. In quel momento gli odiavo.
Gli odiavo perché si preoccupavano, cosa che non avevano mai fatto. Gli odiavo perché, per l’ennesima volta, si erano dimenticati il mio compleanno. Gli odiavo perché non erano mai stati dei veri genitori. Gli odiavo perché venivano a farmi visita al massimo una volta ogni tre mesi. Gli odiavo, perché non si erano accorti del mio cambiamento. Andai in bagno e mi feci una doccia. Di solito, per quanto poco ne sapessi, le donne che venivano stuprate provavano vergogna per loro stesse. Ma io non volevo, io volevo combattere quel male, io volevo viverlo, volevo continuare a vivere la mia vita, e non sarebbero stati dei luridi bastardi ad impedirmelo. Non bastava quello per farmi cedere. Ormai ne ero convinta. Avevo ufficialmente diciotto anni, e potevo andarmene. E potevo iniziare una nuova vita. Una nuova vita, in cui mi sarei vendicata.
Mi vestii in fretta poi scesi un cucina. Pranzo a base di Hamburger e patatine. Il pasto dei ricchi.
Mi sedetti a tavola, i miei mi guardarono mangiare. Con la coda dell’occhio vidi mia madre muovere le labbra, cercando di dire qualcosa al marito. Infatti poco dopo, mio padre si mise a parlare, o meglio a cercare di comunicare, con sua figlia.
-Allora, come stai?- Parlava a bassa voce, come se non volesse veramente farsi sentire. Come cazzo credi che mi senti?
-Sto bene.- Risposi gelidamente.
-Noi…pensavamo di restare per qualche tempo.- Smisi di mangiare di colpo, alzai lo sguardo. Loro, i genitori sempre occupati nel lavoro, volevano rimanere un po’ di più con la loro figlioletta?
-Perché.- La mia non era neanche una domanda. Era un accusa. Mia madre si fece coraggio e parlò. Anche lei a bassa voce.
-Ecco, pensavamo che tu avessi bisogno di conforto.- Rimasi di sasso. Avevano saputo. Ero stata un idiota, come poteva la madre di Lisa non avvertire alla madre della migliore amica della propria figlia deceduta, che Elisa, la ragazza più solare e bellissima del paese, fosse morta. Mi alzai di scatto in piedi, la sedia cadde in terra, sbattei i pugni sul tavolo. L’odio che avevo provato prima, non era nulla in confronto a quello che provavo adesso. Ribollivo dentro, come una pentola pressione che sta per scoppiare.
-Alex, noi pensiamo che tu abbia bisogno di qualcuno con qui stare. E noi siamo i tuoi genitori.- In quel momento scoppiai. Sentii un grande BOOM dentro di me. Cominciai ad urlare.
-Certo! Statemi vicina! E per quanto? Due giorni! E poi scappate via con quei cazzo di vostri cellulari con il vostro lavoro da schifo! Fottendovene di vostra figlia! Di quello che prova quando non ci siete, dei ricordi che gli assalgono la mente, tipo quando mio padre mi cantava una canzone, o quando mia madre mi leggeva una fiaba.- Mi fermai per riprendere fiato, e godermi le loro facce scioccate. Era crudele e ne ero consapevole, ma come ho detto prima, sarei diventata un'altra persona. Non sono più la vecchia Alex che subiva e non faceva nulla, no. Questa era la nuova Alex, che se riceveva uno schiaffo, prima o poi lo rende cento volte più forte.
-Come potreste prendervi cura di me, se vi siete anche dimenticati il mio diciottesimo compleanno.- Sibilai.
-N-noi…-provò a balbettare mia madre.
-No, non voglio sentire scuse, ho subito la vostra merda per ben diciotto anni. Ora sono stanca. Non ne posso più di voi due. Di questa schifosissima vita. Ora basta, sono stanca. La vecchia Alex ora è morta definitivamente. L’Odio che provavo per voi se ne andato. Ora, non provo nulla.- Era vero, so che è una cosa crudele da dire ai propri genitori, ma loro non erano i miei genitori.-voi non siete niente.-
Mi diressi verso la mia camera, lasciandoli li, mia madre con le lacrime agli occhi, e mio padre con la forchetta sospesa nell’aria con le lacrime che gli gocciolavano nel piatto. Feci i bagagli, presi uno zaino e lo riempii di roba. Non stavo nemmeno a guardare che cosa prendevo. Aprivo un cassetto e infilavo nello zaino. Quando non si poteva più infilare nemmeno una mezza calza lo chiusi e scesi le scale. Li trovai ancorali, immobili. Appena mi madre mi vide scoppiò in lacrime,e tra i singhiozzi riuscì solo a capire
-Dove andrai?-
Sorrisi scoraggiata. Dove andare? Alec era l’unica possibilità.
Sussurrai perché non riuscii ad alzare la voce di nuovo con loro.
-Lontano.-Mio padre si alzò e si avvicinò a me.
-Alex…- Provo ad abbracciarmi, ma mi scostai.
-No papà, non puoi rimediare, anzi, non potete rimediare, al danno che mi avete fatto, con un semplice abbraccio. Voglio stare lontano. Me ne andrà via. In un posto sconosciuto. Ci sentiremo qualche volta, ma, per ora, voglio stare per conto mio. Ho diciotto anni adesso, sono libera di fare quello che voglio.-Li fissai per un istante, aprii la porta. Po prima di chiudermi alle spalle la mia vecchia vita, gli lanciai un rapido e gelido sorriso.
-Sappiate, che anche se mi avete causato tanto dolore, siete comunque i miei genitori. E inevitabilmente, vi voglio bene.- Mi chiusi la porta alle spalle, facendo in tempo a sentire il singhiozzo di mia madre.
Sentii un rombo familiare, un rompo lussuoso. Alec era arrivato. Mi diressi verso la macchina nera, aprii lo sportello ed entrai. Lo fissai per qualche secondo, mi sorrise leggermente, dando un occhiata allo zaino che portavo a tracolla, e poi premette sull’acceleratore. La macchina partì con una sgommata.
-Ne vuoi parlare?- Cambiai subito discorso. No, non ne volevo parlare.
-Credo che tu mi debba sopportare più del dovuto.-
-Non credo sia un problema. Ci sono sempre posti in più in quella baracca.- Mi lanciò uno sguardo e mi sorrise. Osservai quella cicatrice. Aveva un ché di ipnotico. Osservai anche i denti lucidi e bianchi. Mi sorpresi aveva una dentatura perfetta. Notai che era poco più grande di me, sui venti anni. Era vestito normalmente. Jeans neri, una camicia bianca con le maniche alzate, cosi da mostrare i muscoli delle braccia. Era vestito come la sera della festa. Mi venne un brivido ricordando. Voltai lo sguardo.
-Perché non mi hai voluto dire della tua cicatrice?- Ricordai che non mi aveva risposto quando gli avevo posto la domanda. Lo vidi immobilizzarsi.
-E’…uno storia complicata. E preferirei non parlarne.- capii che era un congedo. Arrivammo presto a casa, entrai, ormai conoscendo la strada, e mi diressi verso la cucina. Alec mi seguiva con lo sguardo. Aprii il frigorifero bianco, ci guardai dentro. Cibo, e cosa più bella, birra. Presi due bottiglie.
-Che fai?- Il ragazzo mi guardò accigliato.
Stappai le bottiglie, poi gliene porsi una. Gli sorrisi sadica.
-Festeggiamo il mio compleanno.- Bevvi un grande sorso.
Addio vecchia Alex. Benvenuta la nuova.
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Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3856811814825884874.post-45077068301974778562011-08-26T04:05:00.000-07:002011-08-26T05:10:52.765-07:00Capitolo 2: Ritorno a casa.Allora, questo capitolo è un pochino insignificante, il bello, naturalmente deve ancora arrivare, la vera avventura inizia dopo il capitolo 6...quindi...bèh, per ora un po di cose noisette.<br />
Questo capitolo è l'anteprima del disastro che sucederà nel prossimo.<br />
Spero vi piaccia.<br />
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<div style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Come fai a sapere il mio nome?- Sedevo su una sedia, in una cucina abbastanza lurida, ma dovevo accontentarmi. Dopo la scenata nella camera ero andata a sedermi su una sedia, e pian piano mi ero calmata. Il ragazzo è venuto poco dopo con il coltello fra le mani, lo ha poggiato sul tavolo, e si è seduto davanti a me. Dicendomi che si chiamava Alec. Poi, con u mezzo sorriso mi rispose.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-I tuoi documenti. Erano nella tasca della gonna.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Lo sapevi anche quando mi hai presa in braccio.-Rimasi un po’ zitta.-Quella notte.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Ti era caduto in terra, io ho raccolto tutto e ti ho portato via.- La sua voce era diventata talmente bassa da dover aguzzare l’udito. Mi ritrovai anche io a bisbigliare.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Perché l’hai fatto?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Non lo so, è stata una cosa istintiva. Fin da quando ti ho vista alla festa ho capito che stava per succedere qualcosa.- Si alzò, e si mise a fare il caffè. </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Che cosa erano quelli?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Te l’ho già detto.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Voglio sentirmelo dire adesso, che sono cosciente di quello che è successo.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Vampiri.- Mi guardò per qualche secondo, ricambiai l’occhiata, poi si voltò, mise la caffettiera sul bollitore e venne a sedersi di nuovo davanti a me.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Parlami di loro.- Volevo capire. Capire chi, che cosa, mi aveva fatto del male. E chi, aveva succhiato via il sangue alla mia amica. Fece un bel respiro.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-I vampiri sono unici. Non hanno simili. Sono solo vampiri. E ogni notte, puntano solo ad una cosa. Il sangue. Questa volta si sono spinti più in la. Di solito non lo fanno, ma a quanto pare tu sei… -lasciò la frase in sospeso, e fece bene, perché se solo si sarebbe azzardato, lo avrei preso a schiaffi seduta stante. Riprese subito dopo.-E di solito non lasciano testimoni. I Vampiri odiano essere visti.-Lo interruppi. Ora toccava a me fare le domande.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Quanti sono?- fece uno strano suono con la bocca. Un misto tra una risata soffocata e un singulto.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-I vampiri? Moltissimi. Troppi, e riescono a confondersi con la gente normale tranquillamente.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Escono solo di notte, o anche di giorno?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Qui non si parla di leggende come Dracula. Qui si parla di realtà. Il sole non li fa assolutamente nulla. Solo che non possono bere di giorno. Gli è concesso solo di notte.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Chi glielo impedisce?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Loro stessi. Sin dall’inizio della loro esistenza, hanno fatto una specie di patto con un capo clan, e si parla di millenni, e il patto consiste nel non mangiare di giorno. Inizialmente furono un po’ contrari, ma poi si abituarono all’idea. Cacciare di notte è più…-ci pensò su, poi disse con tono monotono- da mostro.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Hanno un capo?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Non tutti, alcuni entrano a far parte di alcuni Clan, e altri viaggiano in coppie, molti invece vagano da soli per il mondo.- La mia idea andò in fumo, però sorrisi lo stesso. Un sorriso gelido, da assassino.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Hanno dei poteri?- </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Poteri?- Mi guardò sbalordito, le sopracciglia inarcate.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Si poteri, vanno super veloci, forza…qualcosa da super mostro.-Quasi scoppiai a ridere per la mia stessa battuta, ma mi trattenni. Lo fissai ansiosa.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Bèh, sono molto forti, sono più rapidi degli umani. Non molto, ma se dovessero fare una gara di velocità contro il campione assoluto del mondo vincerebbero loro.- </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Per quanto tempo possono vivere?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Bèh, dipende… se non gli uccidi prima possono vivere sino a compiere anche mille anni. Ma di solito, o almeno i più stupidi, si uccidono perché sono stanchi. Il loro invecchiamento è simile a quello umano. Solo molto, molto più rallentato.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Hanno paura di qualcosa?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Si, di molte cose, una di queste è l’argento. Infatti è quello che ho usato io per mandarli via.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Quanto argento hai?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Parecchio.- Sorrise sadico, la cicatrice sulla guancia fu ancora più visibile.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Come te la sei fatta?- Dissi indicando con l’indice la cicatrice. Sobbalzò, voltò lo sguardo e non rispose. Attesi. Lo vidi alzarsi e prendere la caffettiera, versare quanto più caffè nella tazzina e porgermela. La presi noncurante del fatto che fosse bollente e lo sorseggiai. Poi una lampadina mi si accese nella mente, il caffè mi andò di traverso. Tossi forte. E quando ebbi abbastanza fiato, lanciai uno sguardo ad Alec, che mi fissava un po’ sbalordito e un po’ divertito.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Che giorno è oggi?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-L’8 agosto 2011. Perché?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-E’ il mio compleanno.- Lo sussurrai, non mi resi neanche conto che, se quel giorno era il mio compleanno, ero rimasta incosciente per tre giorni. Guardai l’orologio e mi alzai di scatto.-Sono le tre e mezza del pomeriggio!-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">Si riscosse, e mi fissò ancora più sbalordito.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-E quindi?-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Devo tornare a casa! I miei saranno preoccupati!- Non ci credevo nemmeno io, ma comunque corsi verso la porta, poi mi fermai. </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;"> Mi voltai verso Alec e lo fissai sbalordita di me stessa.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Ho bisogno di vestiti.- Annui, poi si diresse verso una stanza. Poco dopo ne usci con dei vestiti. Erano solo un paio di jeans neri attillati, un paio di scarpe, e una giacca di pelle nera. </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Non ho biancheria da donna in casa.- Per un secondo parve di vedere un leggero rossore sulle sue guance, ma dietro il suo pallore non si sarebbe comunque notato. </span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Fa nulla.- Presi di corsa i vestiti, e me li misi. Andai verso la porta, e di nuovo mi fermai. Presi a brontolare.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Merda. Ma guarda tu che mi tocca fare per quei due babbuini.- Mi girai per l’ennesima volta verso Alec.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Ho bisogno di un passaggio. Hai la macchina?- annui, poi prese la tazzina, bevve tutto d’un sorso il caffè e si diresse verso la porta. Mi condusse verso un garage. Apri la serranda e scoprii che aveva un bolide al posto della macchina. Una Porche Carrera, nera metallica si estendeva in tutta la sua bellezza. Rimasi a bocca aperta. Fece il gesto di prendermi per mano, ma si fermò e mi apri solo lo sportello. Quel ragazzo riusciva a capirmi al volo. Parti in quarta e subito ci trovammo fra le strade del paese. Per tutto il tragitto stemmo in silenzio. Parcheggiò poco lontano da casa, feci per uscire, ma mi rivoltai verso di lui.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Come muoiono?- Alla mia domanda sorrise sadico. Poi rispose:</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Le teste mozzate vanno più che bene. Di solito le spade in argento sono un ottima arma contro di loro.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">Accennai un sorriso, di nuovo assassino.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Procurati due spade di argento. Tra un oretta fatti trovare di nuovo in questo punto. Salvo imprevisti dovrei riuscire a venire. Se non ti dispiace.-</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-Non è un problema, mi sento così solo in quella casa. - Per un momento un briciolo di ironia mi pervase.</span></div><div style="color: purple;"> </div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;">-E come può essere, con una bellezza simile nel garage?- per la prima volta lo sentii ridere. Gli concedetti un sorriso strappato, poi sbattei la portiera e mi diressi verso casa.</span></div>Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3856811814825884874.post-39829162966700327752011-08-21T07:37:00.000-07:002011-08-21T07:37:04.253-07:00Capitolo 1: Vendetta.Ecco il primo capitolo, a chi mi ha dato dei consigli, vi dico solo che per ora ho scritto 6 capitoli, e comincerò ad adoperare i vostri aiuti da quel capitolo in poi, non vorrei rileggere e correggere tutto, perchè credo, tutto sommato, che sia un buon lavoro, e non vorrei rovinarlo xD<br />
E, scusate per gli eventuali errori grammaticali, ma, dopo aver risposto male a mio padre u.u mi hanno, naturalmente, punito. Il pc lo posso usare solo per mezzora al giorno. Quindi non ho il tempo di rileggere, scusate :) Appena posso modificherò il post e leverò gli errori! :)<br />
<br />
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</div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Lisa si baciava amorevolmente con il ragazzo moro. Me lo aspettavo, in fondo, lei era sempre stata una ragazza da una storia per notte, era la solita ragazza sfacciata che spezza i cuori ai ragazzi. Lei era bellissima, era naturale che gli uomini, e sottolineo, tutti gli uomini, le sbavino addosso.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Osservai il mio cavaliere di una notte. Ci tenevamo a debita distanza, le nostre mani si sfioravano.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Non poteva crederci, io una ragazza, secchione da morire, che si mette a leggere l’Iliade perché non ha nulla da fare, stava con uno schianto biondo. La mia voce interiore mi disse di darmi da fare. E, come se mi avesse letto nel pensiero, mi porse la mano e io la accettai volentieri. Cercavo di pensare ad altro che ai gemiti di quei due amorini. Di botto il biondo chiamato Andrè mi avvicinò a se, e mi baciò con fervore. Rimasi paralizzata dal terrore, mentre le sue labbra pallide e carnose si muovevano sulle mie. Si fermò per prendere fiato, e mentre io ero ancora paralizzata dal terrore, mi passò le labbra sul collo. Mi si gelò il sangue, adesso il mio istinto non mi diceva di divertirmi, ma di scappare. Cercai di allontanarmi dal ragazzo, ma non lo feci, qualcosa in lui mi tratteneva come una calamita. Con la coda degli occhi vidi Elisa dimenarsi con foga fra le braccia del moro. Poco dopo la mia amica cominciò ad urlare. Andrè mi strinse fra le braccia, aveva una presa ferrea, mi sussurrò qualche parola nelle orecchie, e rimasi ferma, al mio posto, mentre cominciavo a capire quale era il motivo di quella gita notturna.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ora ci divertiamo piccola. Tu sei bellissima, il tuo sangue in confronto a quello della tua amica è dolce, è buono, e sensuale. Mi leccò il collo, poi me lo baciò leggermente.- Mi dimenai con forza, ma non ci riuscii. Le sua braccia erano diventate tutto d’un colpo forti come quelle di un orso.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Provai ad urlare, ma subito la sua mano mi coprì la bocca, attutendo il suono.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Cercai Lisa. La vidi mentre il moro la gettava a terra, poi gli saliva sopra e gli metteva una mano sulla bocca.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Lisa! </span></i><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">La mia mente vagava tra questo mondo e un altro. Sentivo di stare per svenire, ma sapevo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che se lo avessi fatto, sarei morta. Non potevo non vedere quello che gli accadeva. Il moro avvicinò le labbra al collo della mia amica, poi la morse. La mia amica inarcò il collo, gli occhi spalancati dal terrore, le urla attutite dalla mano del mostro. Voltò lo sguardo verso di me, che non mi dimenavo più, in preda dal terrore, i suoi occhi celesti imploravano pietà, chiedevano aiuto, chiedevano qualcosa, che nessuno in questo mondo potrebbe comprendere.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Rimasi con lei finché non vidi i suoi occhi spegnersi, e pian piano farsi vitrei.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Le lacrime mi calarono leggere come le piume sulle guance, mentre ancora vedevo il corpo, ormai inerme, della mia migliore amica stesa atterra. Due buchi nel collo. Il moro si alzò. I suoi occhi non erano più neri come prima. Erano rossi come il sangue appena bevuto, il suo volto non era più bello, era terrificante. Sapevo che cosa erano, ma non volevo ammetterlo. Si avvicinò a me, mi passo un dito sulla guancia, poi mi baciò, non fu un bacio romantico. Mi morse la labbra con i denti, facendomi male. Volevo morire, ma non potevo. Ero ancora tra le braccia del biondo, quando l’altro disse ad alta voce.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Con lei voglio divertirmi, poi come da patto bere toccherà a te. Ma non ucciderla.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-La trasformiamo?- sentivo le loro voci in sottofondo, con la mente cantavo una ninna nanna che mio padre mi canticchiava quando ero piccola. Quando ancora gli importava qualcosa di me.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">E la bella bambina, dolce e carina</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Si addormenta leggera, fra le braccia del <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>papà,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">che per sempre con se la terrà.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-No, voglio che ricordi questo momento. Tanto sai che se ne parlerà nessuno le crederà.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ma io voglio trasformarla.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-No Andrè.- Di colpo la voce del moro divenne fredda e morta. Una voce da capo. Andrè sbuffò, poi mi lanciò fra le braccia dell’altro. Che mi sorrise.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">La mia bambina, la mia dolce bambina,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">che in cielo brilla come una stellina.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Nessuno potrà farle del male</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Perché il Re del bene continuerà a regnare.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Continuai a cantare mentre quel mostro mi faceva male. Sentii strapparmi i vestiti, piangevo e cantavo. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Ero incosciente, sentivo tutto, provavo dolore, ma non vedevo. Pensai di avere gli occhi chiusi e sicuramente era così, perché non mi accorsi del moro che finiva e del biondo che iniziava. Sentii solo il dolore svanire dal basso, e venire nell’alto. Al collo. Provai a dibattermi e ad urlare, ma il mio corpo non mi rispondeva.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sentii la forza pian piano diminuire, mentre quel mostro, cominciava a succhiarmi l’energia vitale dal corpo. Ma poco dopo che l’incubo era cominciato, sentii il ragazzo staccarsi da me, aprii piano gli occhi e lo vidi guardarsi intorno. Sobbalzò, poi con il suo compagno, fuggirono verso l’uscita del vicolo.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Richiusi gli occhi, e, prima di perdere conoscenza, senti una voce leggera e bellissima nell’orecchio.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ora ti porto a casa. Dormi Alex, dormi e dimentica.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Caddi nel sonno, mentre le immagini di morte, stupro e sangue vagavano nella mia mente.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">La mia mente vagava da un mondo all’altro. Tra il mio e uno sconosciuto, dove immagini vivide e il dolore provato venivano a trovarmi. Mi svegliavo, e poi dopo poco mi riaddormentavo. L’idea di essere tra le mani di un maniaco non mi sfiorava nemmeno, aveva altro a cui pensare in quel momento. Ongi volta che mi svegliavo non riuscivo a muovere un muscolo. Un giorno, un ora, un minuto qualsiasi del tempo trascorso, mugolai. Bene almeno quello riuscivo a farlo. Sentii qualcuno avvicinarsi a me. La voce di un uomo si fece vicina.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Dormi, non sei ancora pronta. Appena lo sarai ti sveglierai, e rimarrai cosciente. Ora dormi bambina.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Chiusi gli occhi.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Non sapevo quanto tempo fosse passato, ma mi svegliai, e rimasi a fissare il soffitto per tanto tempo. E pensavo, pensavo a Lisa, al suo volte bellissimo, ai suoi occhi che mi imploravano, al dolore che mi provocava quel mostro, e poi alla voce del mio salvatore. Poco dopo sentii una porta aprirsi, poi sbattere.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Rimasi zitta, non volevo far rumore, non volevo attirare l’attenzione su di me. Ma lo sconosciuto salvatore si avvicinò a me, e mi guardò negli occhi. Non lo riconobbi subito. Solo dopo capii che era il ragazzo che avevo visto alla festa. Colui che aveva fatto paura. Osservai bene il suo volto, gli occhi completamenti neri e profondi, come la fine di un pozzo che non riesci a vedere, e una cicatrice che gli percorreva la guancia destra dall’orecchio al mento. Mi sorrise grave. Io non risposi, non sentivo il bisogno di comunicare con nessuno. Girai la faccia. Lui si sedette sul bordo del letto. Immaginai fosse tale perché sentivo il morbido del materasso. Poi cominciò a parlare.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Non chiedermi perché ti ho salvato, perché non lo so nemmeno io. Forse è stata la pena che ho provato, o forse la rabbia nei confronti di quei bastardi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La tua amica è morta. La polizia ti sta cercando, non sanno chi cercare, ma hanno…trovato il tuo sangue per terra. Sai chi erano, no anzi, cosa erano quei mostri. Vampiri. Adesso non voglio chiederti di credermi, ti sto solo dicendo quello che hai bisogno di sapere. So cosa provi, o almeno in parte. So che non vuoi parlare, e non te lo chiedo. Ti dico solo che per le prossime ore io sarò nella stanza accanto, e se avrai bisogno di qualcosa, io sarò pronto a venire ok?- Attese una risposta, ma non venne, quindi se ne andò. Non mi vide piangere come una disperata. Non mi vide mentre ricordavo quello che era successo, momento per momento. Provavo ribrezzo, provavo dolore, provavo odio. Dopo tempo, troppo tempo, decisi di alzarmi. Non so il perché lo feci, ma sentivo il bisogno di muovermi, e sentire di nuovo che il mio corpo mi apparteneva. Mi guardai intorno. Era in una stanza abbastanza grande, circondata da muri bianchi e sporchi. In una parete al lato, un armadio. Al centro della stanza un letto matrimoniale. Un comodino e sopra di esso i miei vestiti. Mi guardai, indossavo una camicia lunga, che mi faceva da gonna. Sotto di essa completamente nuda. Immaginai che il mio salvatore mi avesse spogliato e lavato. Non provai vergogna, non riuscivo a provarne, non dopo quello che era successo. Mi avvicinai al comodino. Presi la maglietta bianca ancora sporca di sangue. Poi con un urlo straziante la strappai. Volevo distruggere tutto. Presi la gonna e la lanciai contro il muro. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Caddi in ginocchio, e mentre gli spettri del passato mi tormentavano, mi presi la testa fra le mani e cominciai ad urlare. Non smisi neanche quando il ragazzo entrò nella stanza con un coltello in mano. Mi si avvicinò, poggiò il coltello per terra, e si inginocchiò accanto a me. Pareva che le mie urla da ossessa non gli dessero fastidio, e anche se lo fossero state, non avrei smesso. Mi prese fra le sue braccia, e piansi come una bambina. Piangevo ed urlavo, poi mi calmai, smisi di urlare, mentre ancora mi stringeva fra le braccia.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Quando mi resi conto del suo contatto, delle sue mani attorno alle spalle, mi scostai con forza e lui mi lasciò andare. Lo fissai per qualche secondo. Osservai la cicatrice, era spaventosa, ma adesso sapevo che nulla mi avrebbe più fatto paura. La sua voce mi arrivò in ritardo nelle orecchie, la trovai, ancora una volta, calda e accogliente.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Cosa vuoi fare Alex?- Mi chiesi in un primo momento come faceva a sapere il mio nome, poi cercai di rispondere alla domanda. Cosa volevo?</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Non lo so.- Mi spaventai, quella non era la mia voce, quella di adesso era strozzata e bassa, quella di prima invece era cristallina e alta.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Si che lo sai. Lo sia, ma non vuoi ammetterlo.- Il suo tono di voce si alzò, quasi ad urlare.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Non lo so.- Continuavo a sussurrare quelle parole, aveva ragione, sapevo cosa volevo, ma non volevo dirlo, perché non mi era tanto chiaro. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Si che lo sai cazzo! Lo sai, e devi dirlo, altrimenti non ti posso aiutare maledizione!.- Prese ad urlare. Lo guardai negli occhi. Era furioso.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Dimmelo! Che cosa vuoi più di ogni cosa al mondo?- Urlava, e sapevo che non avrebbe smesso.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Non lo so!.- Presi anche io ad urlare, le nostre voci si mescolavano per la stanza e rimbombavano, facendo male alle orecchie. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Io voglio…</i></span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Si che lo sai maledizione! Che cosa vuoi Alex! Dillo, urlalo!- Le lacrime presero a cadere, ma mi fermai, non era ora di piangere, in quel momento promisi a me stessa che non lo avrei più fatto. No, era segno di debolezza, e non lo avrei mai più fatto, in tutta la mia vita.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Dimmelo!- La sua voce mi arrivò dritta e coincisa. Non ne potevo più, vidi il coltello per terra.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Che cosa voglio veramente?</span></i><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;"> La risposta mi arrivò subito, ne fui certa. Presi il coltello fra le mani lo alzai al cielo, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Io voglio solo una cosa. </i>Spalancai gli occhi come una pazza, lanciai un piccolo urlo.<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>Poi calai il braccio.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-</span></i><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">VENDETTA!- Sbattei il coltello nel pavimento di legno. Si conficcò a fondo. Mi alzai di scatto, senza pensare ad un motivo, poi mi incamminai decisa verso l’altra stanza. Il ragazzo misterioso sorrise compiaciuto, poi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>prese il manico del coltello e tirò. Non venne fuori, se non dopo aver fatto leva per cinque minuti, con entrambe le mani.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11pt;"><span style="color: black;">u.u Anche questo capitolo è concluso! Bien! Spero vi sia piaciuto! :) </span></span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div>Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-3856811814825884874.post-89327532937282497812011-08-17T13:10:00.000-07:002011-08-17T13:10:48.649-07:00Prologo.Ciao! Sono di nuovo io! u.u Allora, inizialmente, vi dico che sono eccitatissima all'idea di postare per la prima volta, su un blog tutto mio, una delle mie storie, i capitoli sono abbastanza lunghi, alcuni anche di quattro pagine. Quindi li dividerò, per non annoiarvi troppo :)<br />
Avete letto la trama...e bèh...ora vi posto il prologo... :) Vi avviso da subito, che ci saranno caratteri violenti e un pò di Horror e torure in programma xD Ma non preoccupatevi, non sono il tipo da sterminii e cose varie...<br />
Sinceramente non so se va bene la lunghezza, di solito scrivo di meno, ma questi capitoli sono lunghi, molto lunghi...Quindi, ditemi se vanno bene o sono lunghi, perchè posso tranquillamente dividerli in varie parti...<br />
Ok, bene, allora vi lascio. Spero che vi piaccia.<br />
Un bacione, vostra Elva. ^-^ <br />
<br />
<br />
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<div align="center" class="MsoNormal" style="color: purple; text-align: center;"><span style="font-family: "Viner Hand ITC"; mso-ansi-language: IT;">Prologo.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Ma quando figlia di luce brillò l’Aurora dita rosate,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">il popolo si raccolse intorno al rogo d’Ettore luminoso;</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">e come convennero furono riuniti,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">prima spensero il rogo con vino scintillante,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">tutto, là dove aveva regnato la furia del fuoco: poi</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">raccolsero l’ossa bianche i fratelli e i compagni,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">piangendo:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Grosse lacrime per le guance cadevano.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Raccolte, le misero dentro un urna d’oro,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">avvolgendole in morbidi peli purpurei:</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">subito le deposero in una buca profonda,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">molte e grandi pietre vi misero sopra,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">e in fretta versarono il tumulo; v’erano guardie per tutto,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">ché non li assalissero prima gli achei Buoni schinieri.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Versato il tumulo, tornarono indietro: essi, poi,</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">raccolti come conviene, banchettarono glorioso banchetto </span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">in casa di Priamo, il re stirpe di Zeus.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Cosi onorarono la sepoltura d’Ettore domatore di cavalli.</span></i></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple; margin-left: 35.4pt;"><br />
</div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Sospirai. Finalmente ci ero riuscita. Avevo finito il libro, anzi no, il mattone che da tanto temevo agonizzante. Lo chiusi di botto. E guardai per qualche secondo la copertina. L’Iliade di Omero mi sorrideva allampanata, come per dirmi: -Aò! Finalmente ci sei riuscita!- Sospirai di novo. Guardai l’orologio. Le 12.30 di notte. Era tardi. Sbuffai, la stanchezza si impossessò di me per qualche secondo. Poi mi misi a letto. Ripensando a cosa avrei fatto svegliata.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Misi il cellulare a caricare e mi misi sotto le coperte. Presi sonno. Stavo per addormentarmi quando il cellulare prese a vibrare. Imprecai, mi alzai e andai a prenderlo. Guardai un attimo lo schermo.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Elisa. Che vuole adesso?- In realtà sapevo che cosa mi voleva chiedere, ma non volevo nemmeno pensarci così lasciai squillare. Poco dopo smise. Tornai fra le coperte. Poi il campanello squillò, ma non una volta. Ne contai cinque. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ma chi cazzo è a quest’ora!?- Mi diressi verso la porta. Fortunatamente entrambi i miei genitori erano fuori casa per lavoro. E non sarebbero rientrati molto presto. Ma comunque scesi le scale lentamente e cercando di non fare rumore. Guardai fuori dalla finestra, ma non vedevo il volto dell’ospite sgradito. Così sbuffando andai ad aprire. Ero pronta a fare una scenata, ma mi sciolsi subito. Elisa, la mia migliore amica, era davanti a me, il viso pieno di indignazione che mi guardava dall’alto verso il basso. I capelli erano raccolti in una strutturata pettinatura abbastanza complessa, sicuramente fatta da sua madre che era parrucchiera. Una maglietta rossa scollatissima che metteva in mostra tutto. E un paio di jeans neri aderenti che facevano vedere bene le gambe magre e ben formate. Alzai un sopraciglio infuriata.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ma che cavolo vuoi a quest’ora? Ti rendi conto di che ora è?- Rise di gusto, mi diede una pacca giocosa sulla spalla. Un pacca molto giocosa, perché mi fece indietreggiare. Passò disinvolta ed entrò. Si diresse in cucina. La seguii a ruota. Continuavo a chiedermi perché cavolo fosse venuta a mezzanotte a suonare a casa.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Prese una birra, poi una forchetta, e come solo lei sapeva fare la stappò Un sonoro PLOP invase per un attimo la stanza. Beve un sorso, guardandomi dall’alto in basso. Avrei dovuta fermarla, non era una buona cosa che bevesse, poi una birra! Che aveva un minimo di tasso alcolico di 5 gradi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sapevo che mi stava squadrando. Rimanemmo in silenzio. Io guardavo il parquet in legno sotto le mie ciabattine.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Poi dopo un attesa infinita, dove avevo finito di sperare anche in un sussurro si mise a parlottare di qua e di là.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Alex, ma tu lo sai che non si chiude mai il telefono in faccia alla tua migliore amica?-Rimase un attimo in silenzio. Arrossi e cercai di rispondere.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Non te l’ho chiuso. Non ho risposto, è…-<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mi interruppe con un gesto della mano.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Questa non te la perdonerò. Almeno che…- Si fermò lasciandomi immaginare che cosa volesse farmi fare.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Una partita a Poker, dove sicuramente avrei perso tutti i miei risparmi. Lei era un asso in queste cose. Oppure mi avrebbe fatto una foto tutta nuda con un orsacchiotto in braccio e poi l’avrebbe pubblicata su facebook.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Immaginai di tutto, le torture più agonizzanti. Ma poi mi fece smettere di riflettere con una risata. Mi prese la mano, poso la bottiglia di birra nel tavolo di marmo e mi condusse in camera da letto. Mi posizionò davanti all’armadio. Sapevo che conosceva a memoria il mio guardaroba. Infatti aprì lo sportello con lo specchio. Mi fece osservò. Inarcò le sopracciglia. Poi sempre in perfetto silenzio, prese degli abiti dal mio armadio.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">La vidi tirare fuori una minigonna che mi aveva regalato lei stessa. Io la odiavo, era nera ed aderente, e metteva in mostra le mie cosce magre e spudorate. Poi prese una magliettina bianca, maniche inesistenti, aderente nel punto giusto. Mi resi conto, arrossendo, che entrambi quei capi me li aveva regalati e lei, e cera ancora l’etichetta attaccata. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ce ancora l’etichetta!- Mi guardò indignata. Poi sorrise radiosa. Il motivo per cui lei era la mia migliore amica era che, anche se mi costringeva a fare cose che non facevo mai nelle mie solite giornate noiose, era che riusciva sempre a tirarmi su il morale. Anche quando il mio primo ragazzo, dopo un anno di pomiciate e altre porcate mi aveva piantato in asso per una gnocca bionda, ero in preda alla disperazione e alla depressione, solo lei era riuscita a tirarmi su il morale. Era come una sorella per me. E le volevo bene.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-I-Io…- Mi interruppe un'altra volta.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Fa nulla. Un altro motivo per venire con me.- Mi tirai indietro.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Venire dove?-<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mi guardò per un secondo.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Poi alzò gli occhi al soffitto.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ad una festa tonta! Non l’avevi ancora capito? Mamma mia, tu sei la prima della classe, ma se si tratta di festini, sei proprio ritardata.- Rise della sua stessa battuta. Io indietreggiai, cercai di dirigermi verso la porta, fuggire e non andare da qualche parte con lei. Ma io, sono la persona più ritardata del mondo no?, e anche l più prevedibile a quanto pare. Prima che potessi anche pensarci, mi strinse il polso. Poi mi sbatte forte i vestiti nel petto facendomi male. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Vestiti, e non voglio sentire storie. Me lo devi.- Sospirai, non avevo scampo. Mi misi quegli orribili vestiti in fretta e mi guardai allo specchio. I capelli corvini erano legati in una coda di cavallo, dandomi un aria da bambina.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Elisa prese fra le mani l’elastico, e inconsapevole del male che mi fece mi sciolse i capelli. Prese una spazzola dal comodino e <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>prese a pettinarmi con foga. Non si accontentò finché non furono almeno un pochino lisci. Mi guardò, poi sobbalzò guardandomi i piedi. Abbassai anche io lo sguardo, sarei scoppiata a ridere se solo non fosse quel momento. Brontolavo tra me mentre la mia ex migliore amica cercava un paio di scarpe.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Di certo non potrai andare ad una festa con sto schifo di ciabattine.- mi fece vedere un paio di tacchi a spillo di mia madre.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ma scherzi? Saranno un trenta centimetri di tacco.- Inorridivo solo all’idea di andare ad una festa, figuriamoci mettere i tacchi a spillo. Mi diressi verso la scarpiera, Elisa mi prese per mano, ma mi liberai con una strattone.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-E che cavolo Lisa. Ok vengo, ma fammi mettere almeno un paio di scarpe decenti no?- </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Lasciò la presa, e mi osservò attentamente come un poliziotto che guarda un detenuto mentre va a prendere posto nella sedia dell’interrogatorio, solo che io stavo andando a prendere un paio di scarpe da tennis.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Presi delle semplici Vans a scacchi bianchi e neri e le indossai. Tornai allo specchio, e per quanto potesse sembrare strano, ero abbastanza carina.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Mmmh, molto sexy direi. Quella minigonna ti sta a meraviglia. E quella maglietta…Ragazza, tu oggi farai colpo.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Perché mi fai questo maledizione?-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Alex, da quando quello stronzo ti ha lasciato, non fai che rintanarti nei libri e nello studio. I tuoi genitori non ci sono, sai anche tu che non torneranno presto. E’ la buona occasione per andare ad una festa.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Sono minorenne.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ancora per poco. Tra un paio di giorni compirai diciotto anni. Quindi non rompere, e fila in macchina.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Sbuffai stizzita, mi diressi a passo pesante verso l’uscita di casa. Entrai in macchina senza neanche chiudere la porta di casa. Tanto, se poi avessero rubato qualcosa, i miei con tutti i soldi che avevano, avrebbero potuto ricomprarla senza problemi. Salii in macchina, e trovai l’abitacolo abbastanza accogliente.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Per tutti i dieci minuti di viaggio stemmo entrambe in silenzio. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ora Alex, non voglio vederti dentro con il tuo solito muso da secchiona, quindi, ora sorridi tutta felice ed entra dentro a rimorchiare ok?</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ok.- </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Di poche parole stasera?- La guardai storto. Mi fissò per qualche secondo poi rimise gli occhi nella strada.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Secondo te?-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Oh andiamo, io lo faccio solo per te. Perché ti voglio bene, anche per quanto io possa sembrare il contrario.- Sospirai. Come facevi a non scioglierti con una così?</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Va bene, rimorchierò ragazzi a raffica ok?- In tutta risposta mi sorrise euforica. </span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Poco dopo mi resi conto di trovarmi in una stradina desolata, che ci portava dritti ad una villetta con un sacco di luci e la musica ad alto volume.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Ma almeno ti hanno invitato?- Mi preoccupai solo in quel momento degli inviti.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-No, ma ho rubato gli inviti a due tizi che ho incontrato.- Sorrise, poi spense la macchina e ci dirigemmo entrambe verso la casa.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Entrammo senza problemi, e subito la mia amica si diede da fare. Io invece, al posto di andare a ballare, andai al bancone, e ordinai un bicchiere di acqua naturale. Mi voltai, e mi misi a guardare gli altri che ballavano. Girai con lo sguardo per tutta la sala, poi incrociai lo sguardo di un ragazzo.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Lo trovai subito molto bello. I capelli neri e lunghi legati in un codino che gli davano un aria estremamente selvaggia, era vestito tutto di nero, tranne la camicia che era un sbottonata e metteva in mostra i muscoli delle braccia. La cosa che però mi fece cambiare idea<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>furono i suoi occhi. Appena i nostri sguardi si incrociarono un lampo mi colpi la mente e mi fece voltare. Per un attimo avevo avuto paura di quel ragazzo, come se il mio istinto mi dicesse di stargli lontano. Infatti non lo guardai più per tutta la serata. Mi annoiavo a mote, quando la mia migliore amica mi si avvicinò, aveva affianco due ragazzi più grandi di noi.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Uno moro che gli sussurrava all’orecchio qualcosa, mentre lei rideva. Era ubriaca, e invece l’altro biondo, che non mi toglieva lo sguardo di dosso. Mi accorsi subito che erano assurdamente pallidi.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Alex, questi sono Auguste-Disse indicando con l’indice quello moro- e Andrè-indicando il biondo che mi sorrise timoroso. Ricambiai fiduciosa. Mi chiesi se finalmente avessi trovato quello giusto. Lisa continuò, con voce tremante e un po’ sballata:</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Questi bei fusti ci volevano invitare a fare un giro nella loro macchina.- Mi sorrise mezza ubriaca.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Io…credo di no Lisa. Forse è ora di andare a casa. Guardai l’orologio da polso.-Sono le due del mattino.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Oh andiamo Alex non rompere. Forza andiamo.-Mi prese per il polso e mi fece andare a sbattere contro il ragazzo chiamato Andrè. Arrossi di botto. Poi, per la terza volta in tutta la serata, mi lasciai andare.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Va bene andiamo. Ma poi dovrete riaccompagnarci alla macchina.- Il moro rise di gusto. Una risata lunga e profonda.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">-Quello non sarà un problema bellezza.-</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Ci dirigemmo verso l’uscita. E per puro caso, o forse per il destino, rividi il ragazzo misterioso.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal" style="color: purple;"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;">Al posto dello sguardo furioso e malevolo di prima, aveva uno sguardo triste e preoccupato. Mi fissò finchè non uscimmo. E ci incamminammo verso la porta. Andrè mi mise una braccio sulla spalla, poi avvicinò il viso al mio orecchio e sussurrò.</span></div><span style="color: purple;"> </span><div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Bell MT","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT;"><span style="color: purple;">-Sai Alex, non ho mai visto nessuna ragazza più bella di te. Credo che questa notte ci divertiremo.- Non risposi. In quel momento non sapevo che cosa sarebbe successo, non sapevo che il ragazzo di cui avevo avuto paura, sarebbe stata la mia salvezza. Non sapevo, in quell’assurdo momento della mia vita, a che cosa andavo incontro.</span> </span></div><br />
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Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3856811814825884874.post-15908362214050181562011-08-16T05:57:00.000-07:002011-08-16T05:57:18.420-07:00Nuovo Blog.Salve! :D Per chi non mi conosce, io sono Elva.<br />
Ho un altro Blog. E lo potete trovare tranquillamente qui: http://elva-young.blogspot.com/ ;)<br />
Per chi mi conosce invece, saprà certamente che amo scrivere. Infatti, per rendervi conto di quello che so fare, ho deciso che posterò qui una delle mie tante storie.<br />
Si tratta di Un Triller/Fantasy/Horror. Con qualche carattere violento.<br />
Vi anticipo qualcosina che dite? :D<br />
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<i>Alex è una semplice ragazza. Studia molto, è i suoi amici la chimano la solita secchiona. </i><br />
<i>I suoi genitori sono sempre in giro per lavoro, e non le stanno mai accanto. Ha solo una migliore amica. Elisa.</i><br />
<i>Una notte, la sua amica bussa alla finestra, e con la forza la trascinerà ad una festa. Inconteranno due ragazzi, ai loro occhi sono dei semplici ventenni che hanno voglia di baciare qualche ragazza, ma le due non sanno chi sono veramente. Le trascinano in un vicolo buio e isolato. E senza neache acorgrsene, alex si trovera al fianco l'amica morta, con due buchi nel collo. E due assassini, assetati del suo sangue, non si preoccupano di ucciderla dopo che abusano di lei e bevono il suo sangue. E mentre incomincia ad abbandonarsi nelle mani della morte, arriva il suo salvatore. I due ragazzi scappano, e quando si sveglia, si ritrova in una casa. </i><br />
<i>Poco dopo, scopre chi è il suo salvatore. Un ragazzo, che aveva già visto alla festa. Lui si chiama Alec. </i><br />
<i>E solo lui riuscirà a convincere la ragazza a vendicarsi.</i><br />
<i>Alex manderà tutto a rotoli, la sua vita programmata, l'universita che avrebbe dovuto frequentare, i suo genitori, solo per un motivo. Vuole vendetta. E la avrà.</i><br />
<i>Ma le cose si riveleranno più complicate di quanto sembrano,e si ritroverà a combattere qualcosa più grande di lei.</i><br />
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Posterò il prologo tra un paio di giorni. Qui sul blog, e anche su un Forum in cui sono iscritta, e ho postato le altre miei storie. Per ora vi lascio con questa anteprima, sperando che leggiate in tanti come nell'altro blog.<br />
Un saluto, un abbraccio forte,<br />
Vostra Elva.<i> </i>:)<i><br />
</i>Elva Younghttp://www.blogger.com/profile/14654211846215965802noreply@blogger.com7